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Giugno 25, 2019 by admin 0 Comments

Canova, la città di Carrara e il suo marmo

Carrara e il suo marmo. Per la città, fu una ulteriore fonte di ricchezza dovuta in particolare al suo pregiatissimo marmo. 

Chiamati anche “Luni”, erano estratti sian dall’età del ferro. 

Questo, in particolare in età romana grazie soprattutto alla ricca Roma di Cesare ed Augusto. 
Carrara, continuò a fornire il prezioso marmo, via via fino ai nostri giorni. 

Michelangelo, grande estimatore del marmo di Carrara, si recava personalmente nelle cave per scegliere i pezzi migliori e più idonei e adatti per le sue opere. 

Carrara e il suo marmo. Anche Canova andò a Carrara.
Giovane scultore ancora poco conosciuto, da Possagno, si era trasferito a Roma dove si impose all’attenzione con il gruppo “Teseo vincente sul Minotauro”.
Questa opera meravigliosa in qualche modo lo rese talmente apprezzato che cominciarono a fioccare le commissioni.
Una delle più significative, fu il sepolcro di Clemente IV (papa 1769-1774). Giovanni Vincenzo Antonio Garganelli, Papa Clemente IV.
Essendo il primo sepolcro che realizzava, fu un opera mediocre, dopo si perfezionò in maniera notevole anche in questo.

Carrara e il suo marmo. Il Canova, come è noto usava esclusivamente il marmo di Carrara. Si recò da Roma fin alle miniere apuane per scegliere quello più adatto alle sue opere.

Come scrive appunto una cronaca dell’epoca, verso la fine degli anni Ottanta del Settecento: “Terminati i grandi modelli del mausoleo Garganelli si recò il Canova a Carrara per la provvista dei marmi: alloggiò in casa del Conte Del Medico, visitò quelle immense miniere, salì al culmine del monte, ove scolpì il suo nome, e diede la commissione per i blocchi necessari al lavoro”…